Trama: Nel kdrama Un frammento della tua mente, un esperto di Intelligenza Artificiale ingaggia una giovane ingegnere del suono per registrare la voce di una donna con la quale condivide un passato difficile da dimenticare…
Recensione: A causa dei bassi ascolti, il kdrama è stato ridotto in corsa da 16 a 12 episodi. Ed è un peccato. Immerso in una bellissima ambientazione sospesa tra Seul e le foreste innevate norvegesi, e permeato da un’atmosfera molto romantica, cerca di esplorare il tema delle intelligenze artificiali che iniziano a sostituirsi all’uomo, soprattutto in campo medico. Mostrando qualcosa delle loro incredibili potenzialità, inizia a mettere in luce anche limiti e controsensi di questi meccanismi. All’improvviso, però, lascia perdere tutto e taglia corto: il ragionamento resta involuto, come resta un po’ involuta la storia d’amore.
Trama: Nel kdrama Benvenuti a Samdal-ri, una giovane fotografa di moda apprezzata in tutto il mondo viene accusata di abuso di potere dalla sua assistente, che arriva a tentare il suicidio. La fotografa era all’apice del successo; in un soffio, perde tutto, dal lavoro alla reputazione. Non solo: persino le sue due sorelle, con le quali abita ma che sono del tutto estranee alla vicenda e a quel mondo, diventano oggetto di commenti pesantissimi sui social. Ancora, i giornalisti assediano il loro appartamento. In cerca di un po’ di respiro, le tre donne decidono di rifugiarsi sull’isola natia.
Recensione: Questa serie è come una carezza. Forse perché sullo sfondo c’è il mare brillante dell’isola di Jeju. O perché racconta la storia di un amore tanto fedele. O forse è la bravura degli attori a darle personalità: soprattutto l’essenziale e intensa Kim Mi-Kyung, perfetta nel ruolo della capo-haenyeo (le sommozzatrici subacquee coreane). Benvenuti a Samdal-ri fa anche sorridere. È perfetta da vedere la sera. N.B. Persino di storture moderne, come le persone che perdono il lavoro e l’onorabilità sulla base di video diffusi in Rete e accuse non verificate, riesce a mettere a fuoco l’aspetto più umano e meno ovvio.
Trama: Il titolo Alchemy of Souls (traduzione: alchimia delle anime) fa riferimento a un incantesimo oscuro, potente e pericoloso, che permette all’anima di una persona di trasmigrare nel corpo di un’altra. Nella serie, ambientata in un regno fantastico, un giovane aspirante mago non riesce a trovare qualcuno che gli insegni la magia. Finché non stringe un patto con una leggendaria strega che ha trasmigrato la propria anima nel corpo di una popolana.
Recensione: Alchemy of Souls prosegue per due stagioni, e la prima è anche più lunga della media. Ma vorresti che andasse avanti ancora. La trama è insolita, eppure si segue con facilità ed è un’impresa smettere, perché appassiona ed è molto romantica. I personaggi sono di spessore, si finisce inevitabilmente per fare il tifo. E poi c’è davvero qualcosa di magico perché, dagli effetti speciali alla scenografia, tutto si combina alla perfezione. Anche i due protagonisti. Lui, che insiste a voler raggiungere il suo obiettivo senza arrendersi, nonostante ostacoli non da poco, e solo così riesce a comporre tutti i pezzi del suo destino. E lei irresistibile, intraprendente: affronta ogni situazione in modo diretto e con coraggio, senza mai perdere la centratura e, al contempo, senza perdersi il contesto.
Su: Netflix Lingua: Sottotitolato Anno: 2022 Durata: 16 episodi da 1h-1h20′ circa Recensione NO SPOILER
Nel kdrama THE INTEREST OF LOVE, una tormenta sentimentale scombussola una banca di quartiere. Tutto inizia con un capo-sezione invaghito di una cassiera tanto bella da essere soprannominata la “dea” della filiale.
Le caratteristiche del kdrama THE INTEREST OF LOVE
È una delle storie d’amore più estenuanti che si siano mai viste. La trama è un susseguirsi di indecisioni, esitazioni e scelte assai poco comprensibili da parte dei personaggi. La regia (Jo Young-Min) lascia in sospeso all’infinito l’esito delle scene. E poi la protagonista, l’attrice Mun Ka-Young, sembra capace di due espressioni solamente, col sorriso o senza: e siccome sorride raramente, passa gran parte del tempo a fissare gli altri con l’aria imbambolata. Alcuni membri del cast cercano di arginare il disastro: uno su tutti il protagonista Yoo Yeon-Seok (tra l’altro, ha interpretato il mitico chirurgo pediatrico di Hospital+Playlist: guarda alla voce Attori). Sa infondere anima e un po’ di intensità in un personaggio altrimenti privo di consistenza. E per il resto, o ci si arma di pazienza, o si fa a meno di vederlo: dispiace dirlo di una produzione coreana, ma non è grande perdita.
Post-it per la signorina Pam
«Signorina Pam, di sicuro può vederlo (ma lasci perdere, fa venire il nervoso)».