Trama: Il kdrama LOVE ALARM racconta le reazioni di un gruppo di liceali al lancio di una nuova app per i telefonini, che in breve tempo conquista tutto il Paese. Se la installi, l’app LOVE ALARMè in grado di rilevare se ti piace qualcuno nel raggio di 10 metri. Nello stesso momento, quel qualcuno riceverà più o meno questa notifica: «Hai un ammiratore nelle immediate vicinanze». Nascondere quello che si prova diventa quasi impossibile. Con conseguenze inimmaginabili.
Recensione: Lo spunto è interessante e sarebbe bello discuterne con chi l’ha visto. L’idea che possa esistere un dispositivo del genere incuriosisce e inquieta; come quando guardi Matrix e ti chiedi come andrebbe se il mondo fosse davvero così, come dicono loro. Ma se la prima stagione ti coinvolge e ti interroga, la seconda si perde tra le complicazioni sentimentali. Peccato.
Trama: Nel kdrama Nevertheless, un’aspirante scultrice trascorre un’incantevole serata in un bar con un ragazzo sconosciuto. Presto scopre che si tratta di un suo collega della scuola d’arte, pieno di talento e ancora più di fascino. Il titolo, Nevertheless (il titolo originale ha la virgola finale, “Nevertheless,”), vuol dire “tuttavia”. Ci sono tante ragioni per le quali l’aspirante scultrice dovrebbe tenersi alla larga da questo seducente collega. Tuttavia…
Recensione: È un kdrama decisamente più esplicito della media, nel senso che punta soprattutto sulla forte attrazione fisica che scatta tra i due giovani artisti protagonisti. Pare che in Corea abbiano addirittura discusso se vietare alcuni episodi ai minori (leggi qui). Solo in seconda battuta si parla anche (un po’) di sentimenti. Non c’è da aspettarsi chissà quale rivelazione sull’amore, e non resta particolarmente impresso, ma nel complesso Nevertheless si fa vedere: la trama è abbastanza fresca e imprevedibile, e viene voglia di sapere come va a finire.
Trama: Tra la Corea del Nord e la Corea del Sud, gli uccelli possono muoversi liberamente. Ma le persone, no. Per questo, nel kdrama CRASH LANDING ON YOU è un grosso guaio quando una ricca imprenditrice del Sud, uscita in parapendio, viene trascinata oltre il confine da una tromba d’aria. Per sua fortuna, si imbatte in un capitano delle Forze speciali nordcoreane che rinuncia a denunciarla alle autorità e accetta di nasconderla, mentre cerca di farla rimpatriare con ogni mezzo.
Che cosa vuol dire CRASH LANDING ON YOU? Il titolo CRASH LANDING ON YOU è un gioco di parole romantico che prende spunto dalla trama del kdrama, dove la protagonista Yoon Se-Ri precipita con il parapendio. In inglese, l’espressione “crash landing” vuol dire “atterraggio di fortuna”. Quindi CRASH LANDING ON YOU vuol dire “atterraggio di fortuna su di te”. C’è un ulteriore gioco con la parola “crush“, che vuol dire anche cotta, infatuazione. In coreano la serie si intitola 사랑의 불시착, Sarang-uibulsichak, ovvero “L’atterraggio d’emergenza dell’amore”.
Dov’è stato girato CRASH LANDING ON YOU? La serie è stata girata per la gran parte in Corea del Sud. Ad esempio, il bosco dove Yoon Se-Ri precipita è una riserva dell’isola di Jeju; il villaggio nordcoreano del capitano Ri è a Taean, a tre ore da Seul; l’albergo di Pyongyang è il Commodore Hotel di Busan. Le scene in Svizzera sono effettivamente state girate in Svizzera: tra le location, il molo di Iseltwald per la scena del pianoforte, il ponte panoramico di Sigriswil per la scena della foto, ancora Zurigo e Grindelwald. Il viaggio in treno, invece, è stato girato nelle distese verdi della Mongolia.
Recensione: Prima di CRASH LANDING ON YOU, era difficile immaginare che una serie tv potesse cercare di fare tanto. E di farlo così bene. Dopo averla vista, ci si ritrova ad avere un pensiero nuovo, infinitamente più umano, sulla drammatica divisione delle due Coree e sulla Corea del Nord. CRASH mostra quello che c’è da mostrare su quel Paese, non addolcisce né risparmia nulla allo spettatore. Ma è come se, invece di calcare sulle divergenze inconciliabili con il Sud, e sul male, cercasse di aiutare la comprensione reciproca tra i due popoli, di riavvicinarli. Non a caso, la parola «riunificazione» viene pronunciata a più riprese dalla protagonista. Inaudito e grandioso: una serie tv operatrice di pace. Ma non si tratta solo di questo. CRASH restituisce qualcosa di importantissimo sull’amore, quasi mai rappresentato con tale chiarezza. Ha a che fare con il fatto che nella vita si debbano fare delle scelte, che tutto non si possa avere, e che chi vuole vivere un amore così grande debba essere disposto a rinunciare a qualcosa… Ricorda i bellissimi discorsi sull’anima gemella (forse gli unici discorsi sull’anima gemella che valga la pena di conoscere e ricordare) di un’altra opera capolavoro, il manga Glass No Kamen di Miuchi Suzue. Si percepisce quasi fisicamente quanta passione e serietà ci siano volute per girare un kdrama a questa altezza.
Camei: Nell’episodio 11 di CRASH LANDING ON YOU fa un cameo Kim Soo-Hyun, anche protagonista di It’s Ok To Not Be Ok. Interpreta il suo personaggio del film del 2013 Secretly Greatly, una spia coreana che si finge un garzone di ristorante a Seul.
Curiosità: Nota per i più romantici: dopo CRASH LANDING ON YOU, Hyun Bin e Son Ye-jin si sono fidanzati, si sono sposati (marzo 2022) e hanno concepito il loro primo figlio.
CRASH LANDING ON YOU è stato il primo kdrama che ho visto, il motivo per cui mi sono appassionato tanto alle serie coreane da creare un blog per farle conoscere il più possibile.
Trama: Il kdrama Venticinque e ventuno è ambientato a fine Anni 90, durante la crisi finanziaria asiatica. Si incrociano le strade di una liceale appassionata di scherma, alla quale la crisi finisce con l’offrire una grande opportunità, e di un ventenne costretto a rinunciare ai propri sogni per mantenere la sua famiglia caduta in miseria.
Recensione: Parafrasando una battuta di Gilmore Girls, vedere il kdrama Venticinque e ventuno è come cadere per 1000 metri verso la morte. Divertente per i primi 999. Ma l’ultimo metro è un vero schifo. Per spiegarmi meglio: in questo kdrama non c’è nulla che possa turbare o impressionare e ha tanti lati positivi. I due personaggi protagonisti, ad esempio, sono molto bene interpretati: Kim Tae-Ri sa infondere grande grinta e un tocco di spensieratezza alla sua schermitrice; Nam Joo-Hyuk calca sulla vena un po’ malinconica che già sfrutta in START-UP, e in questo caso è perfetta. Poi, però, arrivi all’ultimo episodio, capisci qual è l’immagine dell’amore che la serie vuole dare (anche perché viene espressa in modo quasi didascalico, neanche a scuola…), e pensi che non meritava venti ore del tuo tempo.
Trama: Il kdrama PREVISIONI D’AMORE è ambientato all’Ente meteorologico di Seul: racconta le avventure di alcuni degli esperti che studiano l’andamento degli eventi atmosferici, e danno indicazioni alla popolazione sugli eventuali rischi. Tutto inizia quando l’organico del “Team 2” viene scombussolato: subentra un nuovo capo e vengono arruolati un meteorologo di grande esperienza e uno molto giovane, ma straordinariamente appassionato.
Recensione: Non lasciatevi fuorviare dal titolo da commediola romantica. Il kdrama PREVISIONI D’AMOREè interessantissimo. È ambientato all’Ente meteorologico di Seul. Visto che la Corea è una delle zone più soggette a fenomeni estremi, quest’ente pubblico ha un potere e una responsabilità enormi. Se dirama un’allerta (ad esempio, forti piogge in arrivo), alle barche può essere vietato di uscire a pesca, o ai tir di circolare, e pazienza per le gravi perdite economiche: il fine è cercare di prevenire catastrofi ancora peggiori, o la perdita di vite umane. Spalanca un mondo. Siamo abituati ad associare le previsioni meteo ad azioni semplici e banali come aprire un’app, e invece è inimmaginabile quanto sia difficile effettuare delle previsioni del tempo affidabili, quanto debbano essere preparati i veri meteorologi (dalla laurea in geofisica in su) o quanti rischi corrano lavorando sul campo. Per certi versi, alcuni spezzoni di questa serie meriterebbero di essere proiettati nelle scuole. Sullo sfondo, poi, c’è un’intuizione davvero suggestiva. Come se il modo di comportarsi dell’ozono o delle correnti quando si scontrano, o ancora delle masse d’aria calda e fredda quando si combinano, ricordasse il modo in cui a volte ci comportiamo noi. Quest’intuizione, che avvicina la pioggia, la neve e noi, è piena di poesia.
Trama: Nel kdrama THE INTEREST OF LOVE, una tormenta sentimentale scombussola una banca di quartiere. Tutto inizia con un capo-sezione invaghito di una cassiera tanto bella da essere soprannominata la “dea” della filiale.
Recensione: È una delle storie d’amore più estenuanti che si siano mai viste. Fa venire il nervoso. La trama è un susseguirsi di indecisioni, esitazioni e scelte assai poco comprensibili da parte dei personaggi. La regia (Jo Young-Min) lascia in sospeso all’infinito l’esito delle scene. E poi la protagonista, l’attrice Mun Ka-Young, sembra capace di due espressioni solamente, col sorriso o senza: e siccome sorride raramente, passa gran parte del tempo a fissare gli altri con l’aria imbambolata. Alcuni membri del cast cercano di arginare il disastro: uno su tutti il protagonista Yoo Yeon-Seok (tra l’altro, ha interpretato il mitico chirurgo pediatrico di Hospital+Playlist: guarda alla voce Attori). Sa infondere anima e un po’ di intensità in un personaggio altrimenti privo di consistenza. E per il resto, o ci si arma di pazienza, o si fa a meno di vederlo: dispiace dirlo di una produzione coreana, ma non è grande perdita.
Trama: Nella serie coreana VINCENZO, un consigliere della mafia (nato in Corea e poi adottato da un boss italiano) torna a Seul per recuperare un tesoro nascosto nel sotterraneo di un palazzo. A sbarrargli la strada c’è un’azienda coreana che definire criminale è poco… e un gruppo di condomini molto originali.
Recensione: Viene da chiedersi come mai i coreani abbiano scelto come protagonista proprio un mafioso italiano, come se non avessero già abbastanza cattivi autoctoni ai quali ispirarsi. Che abbiano qualcosa di interessante da dire in materia… ? Assolutamente no. L’immaginario di riferimento è più che altro Il padrino. La mafia è evocata come un’entità tra il mitologico e il fiabesco. E il “consigliori” protagonista è proprio un bel tipo: ammazza a tutto spiano per i propri interessi, e senza alcun tipo di scrupolo, ma allo stesso tempo è intelligente, affascinante, divertente, e addirittura ogni tanto emergono buon cuore e senso di giustizia. Surreale. A parte che qualcuno potrebbe infastidirsi nel vedere chiamata in ballo la mafia a questa maniera, e a parte qualche scena decisamente truce, VINCENZO si vede fino alla fine quasi d’un fiato, a tratti è molto divertente e persino romantico. C’è uno scambio di battute che resta impresso e fa un po’ riflettere. A parlare sono proprio il “consigliori” Vincenzo Cassano e l’avvocato dei condomini, un uomo giusto, il primo a combattere contro la malvagia azienda coreana (le caratteristiche “L’avvocato dei sogni” e “Che cos’è il coraggio” fanno riferimento a lui). Vincenzo dice all’avvocato: «Smetta di combattere, sono mostri ai quali non importa della vita umana». L’avvocato: «Se continuo a combattere un giorno vincerò, le persone possono sconfiggere i mostri». E Vincenzo: «No, non è vero, succede solo nei miti». In effetti, la mitologia greca è piena di uomini che sconfiggono mostri. Curiosamente, questi mostri mitologici hanno spesso fattezze umane e, magari, strane cose per la testa: ad esempio Medusa è una donna con la testa piena di serpi; il Minotauro è un uomo con la testa di un toro… Chissà se quei miti, in realtà, non volessero additare certe strade di malvagità, di sopraffazione del prossimo, di violenza, che finiscono col trasformare gli uomini in mostri; e se non volessero anche scolpire nella mente di tutti che, persino contro certi individui diventati mostri, è possibile lottare e cavarsela.
Curiosità: La serie coreana VINCENZO si conclude dopo 20 episodi. Tuttavia, a grande richiesta, Sbs e TVn hanno ufficialmente confermato avrà una seconda stagione.
Trama: Nella serie coreana Hometown Cha-Cha-Cha, una dentista licenziata da una clinica di Seul decide di aprire il proprio studio in un paesino in riva al mare, a cui è legata da un ricordo di infanzia. Presto scopre che gli abitanti del posto fanno affidamento su uno strano giovane che sembra capace di fare qualsiasi cosa.
Recensione: Quelle immagini delle case in riva al mare, del piccolo porto e della spiaggia, fanno venire voglia di respirare profondo a ogni inquadratura. Già solo per questo, la serie coreana Hometown Cha-Cha-Cha merita. Ma a conquistare è soprattutto il protagonista maschile, il Capo Hong, con il suo stile di vita al di fuori degli standard, in particolare per quello che riguarda il lavoro. Ha imparato mille mestieri, ha preso mille licenze, e ora mette tutto al servizio della piccola comunità in cui vive. Percependo una paga oraria, la stessa per qualsiasi lavoro. Diventando un punto di riferimento per tutti. E prendendosi cura di tutti. È affascinante. Peccato per la protagonista femminile. Forse anche per responsabilità dell’interprete, il personaggio della dentista è ripetitivo, privo di sfumature, e oltretutto peggiora fino a diventare una macchietta trascinando (un po’) con sé anche il finale del kdrama.
Curiosità:Hometown Cha-Cha-Cha è tratto da un film nel 2004 intitolato Mr. Hong. È una delle serie tv (non inglesi) più viste su Netflix e anche uno dei successi più longevi (è stata 16 settimane nella top ten globale).