I pensieri di Jo

Concentrazione!

Credo che la frase «Non si concentra» sia una di quelle che ho sentito dire di più, da maestri e professori a scuola. Anche le sgridate «Concentrati!» hanno il loro bel posto in classifica.
Il fatto è che, nelle parole di tanti insegnanti, la capacità di concentrarsi sembra tutto, tranne quello che è. Ne parlano come di una tua scelta colpevole di studente svogliato (con i genitori si lamentano: «Non si concentra!»). O peggio, come di una caratteristica che hai o più spesso non hai («Non è capace di concentrarsi»). Nel peggiore dei casi può addirittura capitare che, a chi fatica a concentrarsi, si arrivi a imporre superficialmente una diagnosi, «disturbo dell’attenzione». Con relativi medicinali…

Nessuno, NESSUNO, in tanti anni di scuola e università e studi post-universitari, e persino sport, mi ha mai detto che a concentrarsi si IMPARA. La concentrazione è qualcosa per la quale bisogna applicarsi e sudare. Come per tutte le cose, immagino ci sia chi è più portato e chi meno portato. Ma di sicuro, si possono fare progressi.

Oltretutto, nessuno, NESSUNO, mi ha mai spiegato nemmeno i benefici della concentrazione nella vita quotidiana.
Ora, più o meno ci sono arrivata da sola: se devo scrivere qualcosa, cerco di chiudermi da qualche parte per non farmi distrarre; così come se devo studiare qualcosa: quaglio di sicuro di più, se tengo spenta la tv ad esempio. O meglio, se e quando RIESCO a tenere spenta la tv. Fa paura, a volte, essere circondati dal silenzio, sentire chiaramente i pensieri che circolano nella testa; e fa paura, a volte, affrontare qualcosa, una qualsiasi prova, senza filtri, a tu per tu, semplicemente uno davanti all’altro… Sarà per questo che la sparatoria finale dei film western è uno dei momenti più attesi e temuti… Perché è un momento topico di ogni esistenza…

L’unico posto in cui ho trovato spiegato in modo tanto semplice quanto efficace che cosa sia la concentrazione, come funzioni, e perché valga la pena di esercitarsi, quali siano i suoi vantaggi, è il manga Naruto (ovviamente è spiegato anche nell’anime, stagione 3, episodio 5 intitolato Il coprifronte della Foglia, anche se in modo meno immediato). Il giovane ninja Naruto ha difficoltà ha imparare una nuova tecnica d’attacco e il maestro Jiraya gli spiega un «trucco», che a che fare con la concentrazione…
Solo quando ho letto queste pagine, mi sono resa conto di quanto sia incommensurabilmente assurdo che a scuola nessuno ti insegni a concentrarti, che la concentrazione non sia trattata alla stregua di una materia che si impara, nella quale bisogna impegnarsi… perché così facendo, si finisce col generare delle vere, perverse, mostruosità, come ragazzi che iniziano a sentirsi incapaci o inetti proprio perché non dotati, o incapaci di usare questo misterioso “potere” di cui nemmeno viene spiegato loro il significato e l’importanza essenziale…

N.B. Sono pagine di un manga, dunque i balloon (le nuvolette che contengono le parole dei personaggi) si leggono da destra a sinistra.

… A questo punto, Naruto ricorda i tempi della scuola, quando il maestro Iruka insisteva sulla concentrazione…


«I miei sensi vengono meno…»

L’ho ascoltato per la prima volta vedendo il Piccole Donne del 1933 di George Cukor. Il titolo è in tedesco, “Nur wer die Sehnsucht kennt“.
È una delle scene più belle del film. L’interprete del professor Bhaer (Paul Lukas) sta suonando il pianoforte in salotto, pensa di essere da solo e non sa che Jo, interpretata da una giovanissima e magistrale Katharine Hepburn (di sicuro la Jo più convincente della storia del cinema, fino a oggi…), lo sta ascoltando. Jo si avvicina rapita… Il professore si accorge di lei, e allora le spiega che le parole sono di Goethe… E mentre suona, canta e traduce…

«Solo chi sa cosa sia il desiderio
Può capire quanto io soffra…
Solo e tanto lontano da gioia e felicità…

I miei sensi vengono meno
Un fuoco ardente brucia e mi divora…»

Jo fa echeggiare le parole dentro di lei… «I miei sensi vengono meno, un fuoco ardente brucia e mi divora…», ripete. Quanto le piacerebbe saper scrivere versi simili, rivela… Il professore le spiega che anche Chajkovskij ne rimase incantato, e per questo decise di comporre quella bellissima, accorata musica.

Lo sguardo di Jo, in quel momento, trasmette tutta la passione e il desiderio che riesce a sentire nei versi di Goethe… Si capisce benissimo quanto ardentemente vorrebbe saperli esprimere anche lei, con la sua scrittura…


Da Katharine Hepburn al “Grande Sogno di Maya”

Perché amo tanto Katharine Hepburn… Non ricordo il primo film che ho visto con lei, credo qualcosa di vecchissimo anche come modi di girare e linguaggio, forse Maria di Scozia (1935).
Da piccolina guardavo la tv ogni volta che potevo e mi incantavo, tra l’altro, davanti ai vecchi film in bianco e nero che davano sulle tv private, ricordo TeleOro tra tutte… Credo che sia stato quel suo sguardo che si alza verso il cielo così ispirato, e intanto parla ed è come se riuscisse a dare voce a qualcosa che vede soltanto lei, ad affascinami tanto di Katharine Hepburn…
Oggi penso che sia la prima attrice in carne e ossa che mi ha fatto capire che cosa sia esattamente quel modo di recitare unico, che entusiasma tanto, del Grande Sogno di Maya. Si tratta di un manga incompiuto, celeberrimo tra gli addetti ai lavori, di una grande mangaka, Suzue Miuchi. Una costante della protagonista Maya, attrice, è che i suoi spettacoli vengono inframezzati continuamente da “inquadrature” del pubblico in sala, che quasi sempre resta stupefatto dai suoi sguardi, dalle sue espressioni, e da quello che riescono a far intendere del personaggio.
È lo sguardo di Jo nel Piccole Donne di Cukor (nel video sopra, al minuto 3’16”): Katharine guarda davanti a sé e “vede” e dà voce al desiderio profondo di Jo: «Se solo riuscissi a scrivere una cosa del genere, qualcosa di splendido, che accendesse l’animo altrui…!» . Io mi ci immedesimo completamente!

Ecco una sequenza di Maya dove viene mostrata questa capacità. La ragazza è alla festa data dopo la prima di un grande spettacolo di un’attrice in voga, Madoka Enjoji, che ha portato in scena la vita della famosissima ballerina Isadora Duncan. Dato che Maya riesce a memorizzare ogni battuta di una commedia dopo averla vista una volta sola, qualcuno le chiede di interpretare a modo suo la scena finale di Isadora, quando la ballerina è alla fine della sua carriera…

N.B. Sono pagine di un manga, dunque i balloon (le nuvolette che contengono le parole dei personaggi) si leggono da destra a sinistra.


LA FORMICA MITOMANE
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