Category: Poveri di mezzi, ricchi di talento

78/100 – Il kdrama “START-UP” e quei due pretendenti che ti conquistano

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Trama: Il kdrama START-UP racconta la competizione tra due sorelle. Una è cresciuta con la madre, un patrigno ricco e ogni opportunità; l’altra, con la nonna paterna, a forza di pane, amore e sacrifici. Entrambe sognano di diventare Ceo di un’azienda. Parte la sfida. La sorella ricca è avvantaggiata da formazione ed esperienza. La sorella povera, dalla sua, ha solo una grande determinazione. Ma può contare sulla nonna, che fa di tutto per aiutarla, e su un informatico geniale desideroso di accontentarla. C’è anche una terza persona che l’aiuta, ma lei non lo sa (effetto Cyrano de Bergerac)… 

Recensione: Gioca sull’effetto Cyrano de Bergerac: il romantico e appassionato Cyrano, nell’ombra, faceva di tutto pur di far felice la sua Rossana. Ma era l’insipido Cristiano a prendersi ogni merito. In realtà, in START-UP finisci con l’affezionarti a entrambi i pretendenti della protagonista. Devi solo decidere per quale dei due fare il tifo.
Nota bene. Il kdrama apre uno scorcio sul mondo delle aziende tecnologiche che muovono i primi passi ed è capace di offrire un punto di vista molto umano sul progresso a oltranza.

Voto: 78/100
Su: Netflix
Lingua: Sottotitolato
Durata: 16 episodi da 1h20’ circa
Anno: 2020
Casa di produzione: Studio Dragon
In: I più bei kdrama d’amoreI migliori su Netflix
Attori: Bae Suzy (la sorella in ristrettezze), Kang Han-Na (la sorella ricca), Kim Seon-ho (lo scopritore di talenti), Nam Joo-Hyuk (il giovane programmatore protagonista), Kim Hae-suk (la nonna delle sorelle).

Curiosità: Bae Suzy è nata come idol, cantante della band al femminile miss A, e poi è diventata attrice. È una carriera tipica nello showbiz della Corea del Sud: infatti, i kdrama dove recitano queste star sono anche detti “idol drama”.


Il signor Moon
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100/100 – Kdrama “Just Between Lovers” (“Rain or Shine”): non è facile trovare una storia d’amore così

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Trama: Nel kdrama Just Between Lovers (noto anche come Rain or Shine), sono passati ormai dieci anni dall’improvviso crollo di un centro commerciale a Seul che ha ucciso 48 persone e stravolto innumerevoli vite. Adesso, un’impresa vuole costruire un nuovo stabile su quello stesso terreno. A occuparsi del lavoro è il figlio dell’architetto che aveva progettato la struttura crollata. E finisce con il coinvolgere nell’impresa due ragazzi miracolosamente sopravvissuti alla tragedia.

Che cosa significa il titolo Just Between Lovers? Il titolo inglese del kdrama, Just Between Lovers (“semplicemente, quello che accade tra due innamorati”), ricalca quello originale coreano: “Semplicemente, una storia d’amore”. Il kdrama è noto anche con il titolo Rain or Shine, “pioggia o sole”.

Recensione: Non ci sono solo le vittime conteggiate. Quando accade qualcosa di brutto, tante vite restano segnate indelebilmente. In questo kdrama, il crollo di una struttura commerciale a distanza di dieci anni non lascia ancora in pace nessuna delle persone coinvolte: non solo i due ragazzi sopravvissuti e il figlio dell’architetto, ma anche i figli del costruttore, gli operai che ci lavorarono e le loro famiglie, e poi genitori, mogli, mariti, figli delle persone rimaste uccise.
Come se non ci si potesse mai liberare da un dolore così.
Eppure, nello stesso tempo, tra quelle persone c’è chi ce la mette tutta per vivere con pienezza. Convive col dolore, ne porta i segni e cerca di lenire quelli degli altri; ma al centro del suo cuore ci sono legami vitali, desideri profondi e tanta passione…
Just Between Lovers dev’essere stato scritto da qualcuno che sapeva di che cosa stava parlando, perché quello che succede tra i personaggi, i dialoghi, ogni singola parola usata sono straordinariamente appropriati. E quel che resta è la vita, non la morte. È uno spiraglio di luce.

Voto: 100/100
Su: Rakuten Viki, Netflix in inglese
Lingua: Sottotitolato
Durata: 16 episodi da 1h15’ circa
Anno: 2017
Casa di produzione: Celltrion entertainment
In: I preferiti – I più bei kdrama d’amore
Attori: Won Jin-A (la ragazza sopravvissuta al crollo: qui è al suo esordio, è stata scelta tra 120 aspiranti interpreti); Lee Joon-Ho o Junho (il ragazzo sopravvissuto al crollo: è un membro della boyband 2PM, qui è al suo primo ruolo da protagonista); Lee Ki-Woo (il giovane architetto); Kang Han-Na (la figlia del grande imprenditore); Na Moon-Hee (la nonna); Ahn Nae-Sang (il papà della protagonista); Han Seo-Jin (la sorellina della protagonista); Tae In-Ho (l’imprenditore).

Curiosità: L’evento evocato nel kdrama, il crollo di un centro commerciale a Seul, prende purtroppo spunto dalla realtà. Una delle tragedie che più hanno segnato la storia coreana recente è proprio il crollo del centro commerciale Sampoong, a Seul, il 29 giugno 1995: morirono 502 persone e quasi mille restarono ferite, solo per la malafede di proprietario e costruttori. Un incidente simile viene evocato anche in ARGON e in Chocolate.


Il signor Moon
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72/100 – Kdrama “My First, First Love”: la delicata storia di un primissimo amore

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Trama: Come regalo di compleanno, un ventenne di buona famiglia ottiene il permesso di andare a vivere da solo nella vecchia casa dei nonni ormai vuota. Presto, questa bella villetta con giardino inizia a diventare un rifugio per amici in difficoltà con le famiglie: uno è stato picchiato e scacciato perché si rifiuta di impegnarsi nella carriera che i genitori cercano di imporgli; un’altra è scappata di nascosto da una madre iper controllante… E così via. La situazione più critica la vive senz’altro la più vecchia amica d’infanzia del protagonista: il papà è morto e la mamma se n’è andata, abbandonandola in un mare di debiti.
Il titolo del kdrama My First, First Love vuole dire “il mio primissimo amore”.

Recensione: È un kdrama molto dolce. I protagonisti sono tutti ragazzi universitari animati da più che buoni sentimenti. C’è desiderio di conoscersi, di stare insieme, di appartenersi. Una di quelle situazioni dove la tua vera famiglia sono gli amici. Di più: dove gli amici sono essenziali per sopravvivere alle follie della famiglia.
Toni color pastello, strappa più di un sorriso. Solo, se possibile, evitate di vederlo doppiato. Perde tantissimo dell’atmosfera e dello spessore.

Voto: 72/100
Su: Netflix
Lingua: Doppiato in italiano
Durata: stagione 1: 8 episodi da 50’ circa / s2: 8 episodi da 45’ circa
Anno: 2019
Casa di produzione: AStory
In: I più bei kdrama d’amoreI migliori su Netflix
Attori: Ji Soo (il ventenne protagonista), Jung Chae-Yeon (la sua migliore amica), Jin Young (il ragazzo bravo a scuola), Choi Ri (la “fuggitiva”), Kang Tae-Oh (l’aspirante attore).


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70/100 – Tutti pazzi per Hyun Bin: il kdrama “Secret Garden”

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Trama: Nel kdrama Secret Garden, un rampollo di una famiglia altolocata, viziato e snob oltremisura, conosce per caso una giovane stuntwoman e ne resta molto colpito. Lei sembra una dura, anche un po’ mascolina nei modi di fare e di vestire. Due personalità e due esistenze agli antipodi. Eppure, per un motivo o per l’altro (ci si mette anche un tocco di magia), non riusciranno più a fare a meno di incontrarsi.

Recensione: A parte il tocco di magia che si sarebbe potuto evitare (per fortuna non ha un ruolo preponderante), Secret Garden è un kdrama molto piacevole e per nulla banale. I toni sono lievi, ma l’autrice Kim Eun-Sook dimostra un vero talento nel far crescere a poco a poco i protagonisti, nel far emergere la loro natura. Originale l’idea di raccontare l’ambiente degli stuntmen, curate le location (la villa dove vive il rampollo è spettacolare) e ben pensata la conclusione. Quanto al nostro eroe, Hyun Bin, qui è giovanissimo: è una delle sue prime prove da attore, quella che gli fece fare il salto, in termini di popolarità. Certo, non ha la stessa ricchezza e maturità espressiva che dimostra in CRASH LANDING ON YOU; ma il fascino, per quanto ancora un po’ acerbo, c’è tutto.

Voto: 70/100
Su: Rakuten VikiNetflix in inglese
Lingua: Sottotitolato
Durata: 20 episodi da 1h circa
Anno: 2010
Casa di produzione: Hwa&Dam Pictures (sussidiaria di Studio Dragon)
In: I più bei kdrama d’amore
Attori: Hyun Bin (il rampollo), Ha Ji-Won (la stuntwoman), Lee Jong-Suk (il giovane cantante agli inizi della carriera).
L’autrice: Kim Eun-Sook, autrice tra l’altro di: The Heirs, Descendants of the SunGoblinMr. SunshineThe King: Eternal MonarchThe Glory.

Curiosità: Nonostante sia stata girata nel 2010, questa serie coreana è particolarmente cara ai fan di Hyun Bin per un motivo molto romantico. È il primo e unico kdrama in cui Son Ye-Jin abbia mai fatto un cameo. L’attrice, che nel 2019 ha poi fatto il successo di CRASH LANDING ON YOU assieme al divo, l’ha sposato nel 2022 e gli ha dato un figlio.


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72/100 – Il kdrama “CELEBRITY” e la vita da influencer tra desideri e segreti

Trama: Nel kdrama CELEBRITY una famosa influencer, che tutti credono morta, inizia una scioccante diretta web. Annuncia che svelerà come sia riuscita a diventare famosa tanto velocemente, i segreti più oscuri delle sue colleghe influencer, e le scabrosità che si nascondono dietro la lussuosa vetrina dei social. Ma quello che tutti attendono con più ansia è che venga finalmente alla luce la verità sulla sua morte.

Recensione: L’effetto iniziale è un po’ quello del Diavolo veste Prada: bei vestiti, feste e glamour ti attraggono e ti rapiscono. E poi ci sono la storia d’amore, il mistero della diretta web. CELEBRITY si guarda volentieri fino alla fine, anche tutto in un giorno. Ti fa immergere in un altro mondo.
Ma chi confidava che una produzione Studio Dragon (al quale dobbiamo capolavori come CRASH LANDING ON YOU, Navillera o Chocolate) offrisse innanzitutto un punto di vista originale sul mondo degli influencer resterà deluso. Non lo fa. Si limita a criticarlo ferocemente puntando perlopiù su una serie di cliché.

Voto: 72/100
Su: Netflix
Lingua: Doppiato in italiano
Durata: 12 episodi da 37’a 53′ l’uno – Maratona: 9h e 02′
Anno: 2023
Casa di produzione: Studio Dragon, Kim Jong-hak Production, SLL (ex Jtbc)
In: I preferiti – I più bei kdrama d’amoreI migliori su Netflix
Attori: Park Gyu-Young (l’influencer che fa la diretta web), Kang Min-Hyuk (il cheabol, il rampollo, affascinante), Moon Tae-Yoo (il capo dell’agenzia di pr che lancia la protagonista), Nam Gi-Ae (la madre della protagonista)


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82/100 – Il kdrama “My Mister”, tra nostalgia e domande che bruciano

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Trama: Nel kdrama My Mister una ragazza giovanissima e molto povera deve badare alla nonna, che ha gravi disabilità, e subire i continui soprusi di uno strozzino. Finché un giorno assiste, per caso, a una scorrettezza compiuta da un suo superiore al lavoro. E decide di sfruttare la circostanza a suo vantaggio.

Recensione: La tentazione è di fermarsi alla prima puntata perché sembra cupo, triste. Non fatelo: andate avanti. All’improvviso la storia cambia volto, si rivela singolarmente toccante e ricca: lascia scorgere qualcosa della solidarietà umana ad esempio, di quanto sia potente; o ancora, qualcosa della fedeltà, di quanto sia difficile portarla avanti. L’atmosfera fa venire nostalgia: in una città che corre, aggressiva, ci sono oasi a misura d’uomo con amicizie e ricordi condivisi; in una grande azienda, tra affari internazionali e lotte di potere, c’è chi lavora con responsabilità e scrupolo anche a proprio discapito; in una famiglia comune, tra tradimenti, divorzi, disoccupazione, ci si prova comunque a prendere cura l’uno dell’altro.
P.S. Dopo la prima puntata, avevo deciso di non proseguire con My Mister. L’ho fatto su suggerimento di una lettrice, che ringrazio di cuore.

Voto: 82/100
Su: Rakuten Viki, Prime VideoNetflix in inglese
Lingua: Sottotitolato
Durata: 16 episodi da 1h15’-1h30′ circa 
Anno: 2018
Casa di produzione: Chorokbaem Media (creato da Studio Dragon).
In: I più bei kdrama d’amore
Attori: Lee Sun-Kyun (l’ingegnere protagonista), IU (la ventenne in difficoltà), Park Ho-San (il fratello che sta divorziando), Song Sae-Byeok (il fratello ex regista), Ko Du-Shim (la mamma dei tre fratelli), Kim Young-Min (il CEO dell’azienda dove lavorano i protagonisti), Jung Jae-Sung (il direttore dell’azienda), Jeon Kuk-Hwan (il direttore esecutivo), Oh Na-Ra (la proprietaria del bar).
Autore: Park Hae-Young.

Curiosità: Secondo Wikipedia, la prima puntata della serie fece gridare allo scandalo: in alcune battute si volle vedere quasi una giustificazione al fatto che un uomo attratto da una donna le usi violenza. Con l’andare delle puntate, My Mister ha svelato tutta la sua complessità, azzerando questi attacchi colmi di pregiudizi e retorica.


Il signor Moon
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5,0 / 5
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65/100 – Nella serie coreana “RECORD OF YOUTH” una truccatrice, un aspirante attore (e un nonno) lottano per i loro sogni

Trama: Nella serie coreana RECORD OF YOUTH (traduzione: ricordi di gioventù), un ragazzo che proviene da una famiglia molto semplice lavora come modello e intanto cerca di realizzare il sogno di diventare attore. Incontra mille difficoltà (dai familiari che non lo sostengono alla malafede di alcuni agenti dello spettacolo), ma al suo fianco ha un caro amico con le sue stesse ambizioni, una truccatrice talentuosa, un fotografo un po’ maldestro e un nonno sognatore.

Recensione: Non è una serie sconvolgente, ma la passione della truccatrice per il suo lavoro è molto coinvolgente, riesce a far sembrare davvero bello quello che fa e far apprezzare certe potenzialità della Rete. Non si può dire lo stesso dell’aspirante attore e del nonno: sarà perché gli interpreti mancano della grinta e dell’incisività necessarie, ma non arriva mai un momento di vera emozione, di batticuore… Niente a che vedere con il postino pensionato e l’aspirante ballerino classico di Navillera, un vero capolavoro.

Voto: 65/100
Su: Netflix
Lingua: Sottotitolato
Durata: 16 episodi da circa 1h10’/1h20’
Anno: 2020
Casa di produzione: Pan Entertainment.
Attori:Park Bo-Gum (il protagonista aspirante attore), Park So-Dam (la truccatrice), Byeon Woo-Seok (il migliore amico del protagonista), Kwon Soo-Hyun (il fotografo)
Regia: Ahn Gil-Ho


Il signor Moon
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85/100 – Il kdrama “Piccole donne” è un noir con scene violente (ma le sorelle sono quelle del romanzo)

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Trama: Il kdrama Piccole donne è ambientato nella Seul di oggi. Delle sorelle in ristrettezze economiche per la sconsiderata condotta dei genitori cercano comunque di trovare la propria strada nella vita, contando l’una sull’altra. Ma una morte improvvisa, un mucchio di soldi e una famiglia potente le trascinano in vortice. Dove nulla è come sembra. 

Recensione: Quando guardi kdrama come questi, ti ricordi perché continui a dare fiducia alle produzioni coreane. Non sono sempre dei capolavori assoluti come Crash Landing on You o il Dr. Romantic 1 e 2; ma capita spesso che riescano a fare qualcosa di originale, qualcosa che prima non c’era. 
In particolare, gli autori e gli interpreti di questa serie hanno inseguito e raggiunto una classica chimera letteraria e cinematografica: prendere i personaggi di un’opera famosa e farli rivivere in tutt’altra storia. È una magia che non riesce facilmente.
Questa volta sì. Per ambientazione e trama, il kdrama Piccole donne è agli antipodi del romanzo ottocentesco di Louisa May Alcott. È un noir metropolitano dei giorni nostri, con scene violente. Eppure, ci sono le sorelle March (anche se si chiamano Oh), le loro ambizioni, il loro carattere, il loro affetto reciproco, il loro stile, l’impronta che lasciano. Non importa che l’epoca, i fatti e i destini siano completamente diversi. Non si era mai vista una trasposizione su schermo delle protagoniste di Piccole donne così infedele all’apparenza e così fedele nell’essenza.
Un risultato che spicca ancora di più se messo a confronto con certe storture cinematografiche (ad esempio, il Piccole donne di Greta Gerwig, 2019), dove l’ambientazione è precisa al dettaglio, ci sono i ricevimenti e gli ampi vestiti, ma le povere sorelle sono ridotte a icone della retorica del momento (nel caso di Gerwig, pseudo-femminista)… 
Per questo motivo, il voto della recensione è così alto.

Voto: 85/100
Su: Netflix
Lingua: Sottotitolato
Durata: 12 episodi da circa 1h10’-1h20’
Anno: 2022
Casa di produzione: Studio Dragon
In: I migliori su Netflix
Attori: Kim Go-Eun (la sorella maggiore), Nam Ji-Hyun (la sorella giornalista), Park Ji-Hu (sorella artista), Wi Ha-Joon (il protagonista maschile).


Il signor Moon
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3,0 / 5
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50/100 – ll kdrama “Boys over Flowers” e il boom delle serie coreane (ma “Meteor Garden” è migliore)

Trama: Nel kdrama Boys over Flowers (significa letteralmente “ragazzi sopra i fiori”: vedi le curiosità), una adolescente di umili origini, dotata di buon senso e forza d’animo, salva dal suicidio lo studente di una scuola superiore prestigiosa. Come ricompensa, le viene concesso di iscriversi. È un’occasione: con i mezzi della sua famiglia non avrebbe mai potuto accedere a una scuola di così alto livello. Peccato che sia letteralmente dominata da un gruppetto di studenti ricchissimi, soprannominati F4 (Flowers Four). Sono colpevoli di ogni tipo di sopruso sugli altri ragazzi; ma nessuno, a cominciare i professori, osa ribellarsi… 

Recensione: Boys over Flowers è considerata una specie di leggenda, nel mondo dei kdrama.
La storia è tratta da Hana Yori Dango, il manga shojo (fumetto giapponese destinato a un pubblico di ragazze adolescenti) che ha venduto di più al mondo. In realtà ne sono stati fatti infiniti live action, e continuano a spuntarne di nuovi. In Giappone, Cina, Taiwan. 
Ma questo Boys over Flowers coreano del 2009 è diventato un fenomeno pop: gli F4 sono citati in tanti altri kdrama. Più fonti lo indicano come una delle produzioni che hanno dato il via alla korean wave, l’onda d’oro delle produzioni coreane in Asia e nel mondo.
Se messo a confronto con le serie contemporanee, sembra girato in un’altra era. È ridondante, a tratti surreale, arriva a ricordare alcune telenovela arrivate da noi negli anni Ottanta. Forse solo gli appassionati potrebbero seguirlo fino alla fine. Ma lo spunto, la storia in sé, resta bello.
N.B.
Su Netflix in italiano, fino a poco tempo fa, era disponibile anche un live action cinese di Hana Yori Dango: Meteor Garden (2018). Nonostante il nostro blog si concentri sulle produzioni coreane, questa serie merita di essere segnalata. La trama si prende molte libertà rispetto a quella del manga (Boys over Flowers è più fedele). E il place marketing di shampoo Clear e whisky Ballantine è ridicolo, sfiora il grottesco. Ma la serie è fresca, godibilissima, eccezionalmente romantica. È come se gli autori avessero centrato qualcosa della natura di questa storia. Qualcosa che riguarda la leggerezza delle pagine di un manga, e il tocco delicato con cui bisogna sfogliarle per non strapparle. Speriamo che spunti presto in qualche altra piattaforma.  

kuVoto: 50/100
Su: Rakuten VikiNetflix in inglese
Lingua: Sottotitolato
Durata: 25 episodi da poco più di 1h
Anno: 2009
Casa di produzione: Group 8
Attori: Lee Min-Ho (il protagonista capo degli F4), Kim Beom (l’F4 artista), Kim Jun (l’F4 figlio del boss Yakuza), Ku Hye-Sun (la studentessa protagonista), Kim Hyun-Joong (il più misterioso e pacato degli F4: alcune delle caratteristiche segnalate sono ispirate a lui e alla sua famiglia).

Curiosità: Il titolo del manga Hana Yori Dango (di Yoko Kamio, edito dal 1992 to 2004) evoca un proverbio giapponese che significa più o meno «preferire i dango (un tipo di gnocchi tipici, ndr) ai fiori». È una battuta scherzosa per dire che i giapponesi vanno ad ammirare il meraviglioso spettacolo dell’hanami (la fioritura dei ciliegi) più per mangiare gnocchi e bere sakè, che per ammirare i fiori. In senso più allargato, si usa per alludere a chi preferisce arraffare beni materiali più che coltivare la spiritualità. È a questo “scontro” tra materialità e valori, sotteso in tutto il manga, che allude il titolo: Boys over Flowers (ragazzi sopra i fiori) potrebbe essere una versione un po’ ironica, ovvero preferire i ragazzi ricchissimi ai fiori. Ma c’è anche chi lo intende diversamente, più o meno “non sono fiori, ma ragazzi”. Il riferimento è a quanto siano curati esteticamente gli F4. Secondo Wikipedia, il successo di questa serie diede anche una spinta determinante alle vendite di cosmetici e creme per giovani uomini.


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85/100 – Kdrama “Narcosantos”: la miniserie che quasi quasi faceva scoppiare una guerra

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Trama: Nel kdrama Narcosantos, un meccanico sudcoreano mantiene a stento la propria famiglia. Per migliorare le cose si trasferisce in Suriname: vuole avviare un’impresa per importare nel suo Paese le razze, una varietà di pesce disprezzata in Sudamerica ma amatissima in Corea. L’idea sembra buona. Tuttavia, non immagina quanto il piccolo Stato a nord del Brasile sia devastato dal narcotraffico, dalla violenza e dalla corruzione a tutti i livelli. 

Recensione: Ben scritto e altrettanto ben girato, ma molto violento. Si fatica a credere che sia una storia vera. Si ispira alle vicende di un signore della droga coreano in questo piccolo Stato a nord del Brasile. Una storia a dir poco pazzesca. Ne dà la misura una dichiarazione del regista Yoon Jong-bin al KoreaHerald: ha ammesso di aver dovuto lasciare fuori dalla serie certi fatti perché erano così incredibili che sarebbero sembrati inventati. Da vedere assolutamente, a patto di non farvi preconcetti sul Suriname: come spiegato nella sezione Curiosità, questo aspetto della serie ha creato tensioni non da poco.

Voto: 85/100
Su: Netflix
Lingua: Doppiato in italiano
Durata: 6 episodi da circa 1h (il primo dura 51’ – l’ultimo 1h8’) – Maratona: 6h e 9′
Anno: 2022
Casa di produzione: Moonlight Film e Perfect Storm Film Inc
In: I migliori su Netflix
Attori: Hwang Jung-Min (il pastore) e Ha Jung-Woo (il meccanico che avvia un’impresa in Suriname), Yoo Yeon-Seok (l’avvocato consulente), Jo Woo-Jin (il braccio destro del pastore), Park Hae-Soo (il capo squadra dei servizi segreti), Choo Ja-Hyun (la moglie del protagonista)

Curiosità: Alla conferenza stampa di presentazione a Seul il regista Yoon Jong-bin ha rivelato che Narcosantos avrebbe dovuto essere un film. Solo quando ha letto la sceneggiatura ha cambiato idea e ha optato per una miniserie: si è reso conto che ridurre la storia in due ore avrebbe significato privarla degli aspetti che lo avevano interessato di più (fonte: TheKoreaTimes).
Il kdrama ha avuto un’ottima accoglienza su Netflix (fonte: IndiaTimes).
Ad accoglierlo negativamente è stato, invece, il Suriname, e cioè il piccolo Paese a nord del Brasile dov’è ambientato: «Il Suriname non è più lo Stato del narcotraffico come appare su Netflix», ha commentato Albert Ramdin, il ministro degli Esteri in carica quand’è uscita la serie, in una dichiarazione pubblicata sul sito web del Governo. Nella serie (in Corea del Sud s’intitola direttamente Suriname), il Paese appare intriso di violenza, spaccio e corruzione a tutti i livelli, dalle gang di quartiere alla polizia, ai palazzi della politica. «Sta creando una percezione negativa. Il mondo intero vede queste cose, quindi questo non va bene», ha polemizzato Ramdin. Non solo: ha minacciato azioni legali contro i produttori del kdrama e proteste diplomatiche al governo sudcoreano. Alla fine, l’ambasciata coreana in Venezuela (responsabile anche per il Suriname), si è sentita in dovere di avvertire i residenti coreani in Suriname di prestare particolare attenzione alla loro sicurezza (fonte: Reuters).


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