Trama: Due bravi ragazzi, pugili promettenti, finiscono col combattere uno strozzino spietato contando sull’aiuto di un ex strozzino redento.
Recensione: È una miniserie simpatica, ideale per ravvivare una giornata uggiosa. Ha un impianto un po’ sgangherato, sembra indecisa tra la violenza dura e le gag alla Bud Spencer e Terence Hill. Ma, a meno che le scene di violenza non vi diano fastidio (e allora lasciate perdere, non vale di sforzarsi), basta godersi lo svago senza chiedere troppo. Nel 2025 uscirà la stagione 2.
Trama: Nel kdrama Vietato arrendersi, un ex lottatore ormai quarantenne, dopo aver provato ogni tipo di lavoro, si ritrova in ristrettezze economiche e non sa come provvedere alla moglie e al figlio. Finisce col trovare un aiuto inaspettato in una anziana signora dal passato criminale.
Recensione: È una storia che allieta l’animo al solo pensarci. Si intrecciano le vite di alcune persone diversissime che, per un motivo o per l’altro, hanno tutte bisogno di una seconda possibilità nella vita. Al centro c’è un ex campione di lotta quarantenne che all’apparenza non ha doti sorprendenti ed è piuttosto sfortunato con il lavoro. Ma ha un animo gentile e trabocca di tanta buona fede e buona volontà che finisce col risvegliare il meglio che c’è nelle persone che lo circondano, e persino in se stesso. Vederlo all’opera è uno spettacolo.
Trama: Nel kdrama Just Between Lovers (noto anche come Rain or Shine), sono passati ormai dieci anni dall’improvviso crollo di un centro commerciale a Seul che ha ucciso 48 persone e stravolto innumerevoli vite. Adesso, un’impresa vuole costruire un nuovo stabile su quello stesso terreno. A occuparsi del lavoro è il figlio dell’architetto che aveva progettato la struttura crollata. E finisce con il coinvolgere nell’impresa due ragazzi miracolosamente sopravvissuti alla tragedia.
Che cosa significa il titolo Just Between Lovers? Il titolo inglese del kdrama, Just Between Lovers (“semplicemente, quello che accade tra due innamorati”), ricalca quello originale coreano: “Semplicemente, una storia d’amore”. Il kdrama è noto anche con il titolo Rain or Shine, “pioggia o sole”.
Recensione: Non ci sono solo le vittime conteggiate. Quando accade qualcosa di brutto, tante vite restano segnate indelebilmente. In questo kdrama, il crollo di una struttura commerciale a distanza di dieci anni non lascia ancora in pace nessuna delle persone coinvolte: non solo i due ragazzi sopravvissuti e il figlio dell’architetto, ma anche i figli del costruttore, gli operai che ci lavorarono e le loro famiglie, e poi genitori, mogli, mariti, figli delle persone rimaste uccise. Come se non ci si potesse mai liberare da un dolore così. Eppure, nello stesso tempo, tra quelle persone c’è chi ce la mette tutta per vivere con pienezza. Convive col dolore, ne porta i segni e cerca di lenire quelli degli altri; ma al centro del suo cuore ci sono legami vitali, desideri profondi e tanta passione… Just Between Lovers dev’essere stato scritto da qualcuno che sapeva di che cosa stava parlando, perché quello che succede tra i personaggi, i dialoghi, ogni singola parola usata sono straordinariamente appropriati. E quel che resta è la vita, non la morte. È uno spiraglio di luce.
Curiosità: L’evento evocato nel kdrama, il crollo di un centro commerciale a Seul, prende purtroppo spunto dalla realtà. Una delle tragedie che più hanno segnato la storia coreana recente è proprio il crollo del centro commerciale Sampoong, a Seul, il 29 giugno 1995: morirono 502 persone e quasi mille restarono ferite, solo per la malafede di proprietario e costruttori. Un incidente simile viene evocato anche in ARGON e in Chocolate.
Trama: Il protagonista del kdrama BIG MOUTH è un avvocato che fa grandi promesse ai clienti, ma non vince quasi mai (per questo è soprannominato «Big Mouth», bocca larga). All’improvviso, viene rinchiuso in galera: lo accusano di essere in realtà «Big Mouse», com’è soprannominato un famoso e misterioso truffatore internazionale, geniale e pericoloso. Con l’aiuto della moglie e del suocero, entrambi convinti della sua innocenza, l’avvocato si ritrova a dover combattere. Prima ancora che per ripristinare la propria reputazione, per uscirne vivo.
Recensione: Una brava persona che finisce invischiata con dei criminali, può cavarsela? La risposta si rincorre per tutte le 16 puntate di BIG MOUTH. E ci si diverte molto: le carte in tavola vengono rimescolate continuamente; i dubbi sorgono uno dopo l’altro; è simpatico l’avvocato protagonista (un bel ruolo per l’attore Lee Jong-Suk) e ancora di più la moglie. Qualche svolta della trama è prevedibile, e alcune scene ambientate nel carcere potrebbero turbare un po’. Ma BIG MOUTH resta un perfetto kdrama “succhia-neuroni”, tutto giallo e adreanalina: ottimo per non pensare a niente.
Trama: Il kdrama BLACK KNIGHT è ambientato nel 2071: dopo la collisione con una cometa, l’aria sulla Terra è diventata irrespirabile. L’ossigeno viene prodotto da un macchinario e razionato. Ma solo una piccola parte della popolazione riesce a vivere un’esistenza decente. Gli altri, i cosiddetti “rifugiati”, sono esasperati da mancanza di aria, ingiustizie e stenti. E poi ci sono i corrieri. Il loro compito è consegnare l’ossigeno. Affrontando il deserto e ogni sorta di assalto.
Recensione: Altra bella prova d’attore di Kim Woo-bin: alla guida del camion con una perenne sigaretta in bocca, ha il suo fascino. La trama ha qualche ingenuità, e in certi punti è prevedibile, ma questo kdrama è l’ideale per passare qualche ora spensierata. L’atmosfera è da fumetto e la storia è avvincente: una Terra rimasta senza ossigeno, nuove tecnologie per sopravvivere, ricconi senza scrupoli, ingiustizie feroci, pericoli. E ancora, anziani che non si arrendono, ragazzini che sognano, persone che cercano di restare fedeli al bene nonostante tutto. La durata contenuta (4 ore e 39 minuti) consente di vederla tutta d’un fiato. E poi l’ambientazione ha qualcosa di familiare e un po’ nostalgico: i panorami di roccia, polvere e rovine ricordano certi pianeti desolati alla Star Wars; e quegli enormi camion neri che corrono attraverso il deserto sembrano una citazione di cult Anni 80 come Grosso guaio a Chinatown o Brivido (l’unico film diretto da Stephen King, con una mitica colonna sonora degli AC/DC).
Trama: Da 900 anni per le strade della città cammina un essere leggendario che può fare anche miracoli. Il Goblin (in coreano Dokkaebi, una divinità speciale). Ha una spada conficcata nel petto ed è continuamente tormentato dal dolore e dal ricordo di coloro che ha perduto. Ma secondo la leggenda non è destinato a vivere per sempre. Quando apparirà la sua sposa, arriverà anche la sua fine. Il titolo internazionale del kdrama Goblin è Guardian: The Lonely and Great God.
Recensione: È un personaggio così dolce, malinconico, intenso, il Goblin, da sembrare vero. O almeno, possibile. Merito della bravura e del fascino del suo interprete, l’attore Gong Yoo. Ma anche della magia di cui è intriso questo bellissimo kdrama. In qualche modo, fa sembrare possibile che divinità dal cuore tenero vadano in giro per le città; che ci siano persone che possano vedere i fantasmi; che i Cupi Mietitori riempiano di senso il momento della morte; che abbiamo vissuto altre vite in passato. Personalmente, guardando Goblin ho ricordato di quand’ero bambino e credevo che il vento fosse mio amico. Persino quel ricordo così privato, nell’andare di questa storia, ha trovato una spiegazione. Ovviamente incredibile. Eppure… Ho letto da qualche parte che bisogna guardare Goblin almeno tre volte. Credo che sia vero. È un kdrama che piace e affascina d’impatto, ha riscosso anche un grande successo… Ma tante cose restano indietro alla prima visione. Forse l’autrice si è spinta oltre i suoi margini abituali, e a un certo punto ha dovuto lasciare andare il suo messaggio così com’era, sperando che in qualche modo giungesse a destinazione…
La sigla: La colonna sonora di Goblin ha vinto numerosi riconoscimenti. Sono molto belle le parole della sigla: «Ci rivedremo… Niente è andato come avrei voluto… Un giorno andrà meglio… Un giorno non troppo lontano». È l’inizio di un brano intitolato Round and Round, interpretato da Heize e Han Sono Ji.
Curiosità: Sembra che gli attori Gong Yooe Kim Go-Eun si siano frequentati per un breve periodo dopo la fine delle riprese.
Citazioni: «Il mio cuore continua a rimbalzare tra il cielo e la terra. È il mio primo amore»
«Come sai, la collera è ovunque e da nessuna parte»
«Credi anche in Dio, che non è visibile. Allora perché non riesci a credere nella disperazione umana? È chiamato il volere umano. Il potere che permette loro di cambiare il destino da soli!»
«La disperazione di un umano può aprire qualsiasi porta. Forse ogni tanto, una di quelle porte diventa una variabile nei piani di Dio. Quindi ho programmato di iniziare a cercare, ardentemente: a cercare quale porta devo aprire per farla diventare una variabile di Dio»
«Dio fa solo domande. Il destino è la domanda che pongo, la risposta la trovate voi»
«Il tempo che ho passato con te è stato magnifico. Siccome la giornata è stata bella… Siccome la giornata è stata brutta… Siccome la giornata è stata bella a sufficienza… Ho amato ogni giorno».
Trama: Nella serie coreana When the Camellia Blooms, una donna molto bella con un figlio piccolo e una storia dura alle spalle, apre un bar in un paesino. Ha modi dolci e remissivi, ed è generosa. Ma si ritrova a dover resistere agli attacchi delle altre negozianti gelose e piene di pregiudizi; ad avance non gradite; soprattutto, alle minacce di un serial killer. A prendere le sue parti, è un poliziotto che sembra un po’ squinternato…
Recensione: Non è un brutto kdrama, When the Camellia Blooms. Anzi. Il poliziotto protagonista, ad esempio, è simpaticissimo. Gli autori sono riusciti a disegnare un puro: così buono e generoso da essere giudicato, a prima vista, solo un ingenuotto; e così perdutamente innamorato, da far sospettare che la barista lo abbia sedotto e lo stia manipolando. Eppure è l’unico a dare la caccia con intelligenza, e seriamente, al serial killer; è l’unico a notare e a riflettere su ogni minimo indizio, è l’unico a non mollare mai. Davvero un personaggio originale. C’è anche un dialogo sulla sofferenza e sulla solitudine, in questo kdrama, che viene voglia di appuntarsi, perché mette e a fuoco qualcosa di vero (vedi alla voce “Citazioni”). Ma il voto non è molto alto perché la visione della vita che dà è un po’ rassegnata.
Citazioni: «Si creano problemi, se si soffre da soli. Uno sciocco penserà alle sciocchezze, un malvagio penserà cose malvagie. Se si soffre da soli, si diventa arrabbiati e disperati e possono emergere mostri dallo specchio».
«Nessuno vuole sapere la verità. Ciò in cui credono diventa la verità»
Trama: Nel kdrama ITAEWON CLASS, un ragazzo difende un compagno di classe dalle angherie di un altro alunno. Da quel momento finisce vittima di ogni tipo di disgrazia e di ingiustizia. La sua vita sembra precipitata in un incubo senza fine. Ma non solo riesce a non soccombere. Restando sempre fedele al suo modo di essere, punta altissimo. Affascinando tutte le persone attorno a sé.
Recensione: Tenete duro per i primi due episodi (quelli delle disgrazie): poi, Sae-Ro-Yi, il protagonista diITAEWON CLASS, diventerà qualcuno al quale pensare quando non sapete più come raccapezzarvi nella vita. Resta scolpito nella memoria. Ne passa di tutti i colori ma persevera nel puntare in alto, oltretutto deciso a portare con sé tutti coloro che gli si sono fatti vicini, attento a non perdere nessuno per la strada. Con quella capacità di restare aderente alla propria identità, e con la stessa perseveranza, nonostante malasorte e difficoltà, ricorda certe persone vere, rare e preziose… D’altra parte le storie e i personaggi migliori hanno sempre qualcosa di vero. Chi è rimasto traumatizzato da certi cartoni animati Anni 80 dove il protagonista di buon cuore era costretto ad affrontare un rosario di disgrazie, e non c’era mai limite al peggio, si rassicuri: qui siamo su un altro livello. Sae-Ro-Yi è come una musica dove le tonalità minori crescono in intensità e si aprono, diventando tonalità maggiori, sorprendendo e sollevando lo spirito.
Colonna sonora: La colonna sonora, assieme al protagonista, è l’anima di ITAEWON CLASS. È una delle più belle OST (original soundtrack) di kdrama in assoluto. Da segnalare, in particolare, la canzone Someday, The boy cantata dal mitico Kim Feel, anche interprete della commovente Halleluja! di It’s Okay To Not Be Okay.