Category: Che cos’è il coraggio

70/100 – Kdrama “HELLBOUND 1 e 2”: l’attesa valeva la pena

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Trama: Nel kdrama HELLBOUND (traduzione: patto con l’inferno) iniziano a diventare virali su Internet degli agghiaccianti filmati dove le persone vengono fatte fuori in modo violentissimo da mostri ultraterreni apparsi improvvisamente dal nulla. Si scopre che la data esatta e l’ora di queste esecuzioni erano state preannunciate alle vittime da misteriose apparizioni incorporee.
Il leader di una setta chiamata “La nuova verità” interpreta questi eventi come una punizione divina; un detective (che ha una storia personale molto dolorosa) cerca di indagare con obiettività; un’avvocata prende a cuore le vittime predestinate. Intanto, le morti atroci si susseguono e il mondo precipita a poco a poco in un caos, tra fanatici, persone che lucrano sulla disperazione altrui, e un governo che non riesce più a tenere le redini.

Recensione: Capita che una serie coreana all’inizio ti lasci un po’ interdetto, ma poi riesca a sorprenderti. Succede anche con HELLBOUND. Nella prima stagione, la scarica di adrenalina è piuttosto scarsa. Non sembra all’altezza di Kingdom, Squid Game (anche se quando uscì fu più acclamata) e nemmeno di serie americane modello Stranger Things. Unica nota un po’ intrigante: più dei mostri assassini, a inquietare sono le persone pronte a tutto, persino a uccidere, pur di non doversi fare delle domande. Nella seconda stagione, uscita tre anni dopo, non solo arrivano delle risposte nient’affatto scontate, ma il messaggio finale è pieno di senso, ed è molto commovente.

Voto: 70/100
Su: Netflix
Lingua: Doppiato in italiano
Durata: S1: 6 episodi da 42′ a 1h – S2: 6 episodi da 40′ a 57′
Anno: 20212024
Casa di produzione: Climax Studio
In: I migliori su Netflix
Attori: Yoo Ah-In (il leader della setta La nuova verità, stagione 1), Kim Sung-Cheol (il leader della setta La nuova verità, stagione 2), Kim Hyun-Joo (l’avvocata), Yang Ik-June (il detective), Ryoo Kyung-Soo (l’apostolo più infervorato della Nuova verità), Lee Re (la figlia del detective).

Curiosità:
Nella seconda stagione, Yoo Ah-In è stato rimpiazzato da Kim Sung-Cheol perché è stato messo sotto indagine: secondo il Korea Times, era sospettato di aver usato abitualmente farmaci che inducono il sonno per scopi non medici, in violazione alla legge sul controllo degli stupefacenti.

Il regista è Yeon Sang-Ho, lo stesso di Train To Busan, il famoso horror con Gong Yoo.

La serie è tratta da un manhwa (fumetto coreano), di cui esiste una versione cartacea anche in Italia (due volumi pubblicati da Panini). Per leggere la versione webtoon, clicca qui. Gli autori del manhwa, Yeon Sang-ho e Choi Kyu-sok, hanno collaborato anche alle serie tv. Ma tra le due opere ci sono delle differenze, come la conclusione della prima stagione del kdrama.


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100/100 – Kdrama “Just Between Lovers” (“Rain or Shine”): non è facile trovare una storia d’amore così

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Trama: Nel kdrama Just Between Lovers (noto anche come Rain or Shine), sono passati ormai dieci anni dall’improvviso crollo di un centro commerciale a Seul che ha ucciso 48 persone e stravolto innumerevoli vite. Adesso, un’impresa vuole costruire un nuovo stabile su quello stesso terreno. A occuparsi del lavoro è il figlio dell’architetto che aveva progettato la struttura crollata. E finisce con il coinvolgere nell’impresa due ragazzi miracolosamente sopravvissuti alla tragedia.

Che cosa significa il titolo Just Between Lovers? Il titolo inglese del kdrama, Just Between Lovers (“semplicemente, quello che accade tra due innamorati”), ricalca quello originale coreano: “Semplicemente, una storia d’amore”. Il kdrama è noto anche con il titolo Rain or Shine, “pioggia o sole”.

Recensione: Non ci sono solo le vittime conteggiate. Quando accade qualcosa di brutto, tante vite restano segnate indelebilmente. In questo kdrama, il crollo di una struttura commerciale a distanza di dieci anni non lascia ancora in pace nessuna delle persone coinvolte: non solo i due ragazzi sopravvissuti e il figlio dell’architetto, ma anche i figli del costruttore, gli operai che ci lavorarono e le loro famiglie, e poi genitori, mogli, mariti, figli delle persone rimaste uccise.
Come se non ci si potesse mai liberare da un dolore così.
Eppure, nello stesso tempo, tra quelle persone c’è chi ce la mette tutta per vivere con pienezza. Convive col dolore, ne porta i segni e cerca di lenire quelli degli altri; ma al centro del suo cuore ci sono legami vitali, desideri profondi e tanta passione…
Just Between Lovers dev’essere stato scritto da qualcuno che sapeva di che cosa stava parlando, perché quello che succede tra i personaggi, i dialoghi, ogni singola parola usata sono straordinariamente appropriati. E quel che resta è la vita, non la morte. È uno spiraglio di luce.

Voto: 100/100
Su: Rakuten Viki, Netflix in inglese
Lingua: Sottotitolato
Durata: 16 episodi da 1h15’ circa
Anno: 2017
Casa di produzione: Celltrion entertainment
In: I preferiti – I più bei kdrama d’amore
Attori: Won Jin-A (la ragazza sopravvissuta al crollo: qui è al suo esordio, è stata scelta tra 120 aspiranti interpreti); Lee Joon-Ho o Junho (il ragazzo sopravvissuto al crollo: è un membro della boyband 2PM, qui è al suo primo ruolo da protagonista); Lee Ki-Woo (il giovane architetto); Kang Han-Na (la figlia del grande imprenditore); Na Moon-Hee (la nonna); Ahn Nae-Sang (il papà della protagonista); Han Seo-Jin (la sorellina della protagonista); Tae In-Ho (l’imprenditore).

Curiosità: L’evento evocato nel kdrama, il crollo di un centro commerciale a Seul, prende purtroppo spunto dalla realtà. Una delle tragedie che più hanno segnato la storia coreana recente è proprio il crollo del centro commerciale Sampoong, a Seul, il 29 giugno 1995: morirono 502 persone e quasi mille restarono ferite, solo per la malafede di proprietario e costruttori. Un incidente simile viene evocato anche in ARGON e in Chocolate.


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80/100 – La serie coreana “Snowdrop” ha i ritmi della “Casa di carta”. Ma è mille volte più bella

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Trama: La serie coreana Snowdrop si svolge nel 1987, alla vigilia dei Giochi di Seul. Una matricola universitaria, ospite di un collegio femminile, si invaghisce di un ragazzo incontrato a un appuntamento al buio. Una sera, quel ragazzo si intrufola nel collegio femminile dalla finestra, coperto di sangue…

Recensione: La vera rivelazione è l’ambientazione storica. Al di là delle polemiche sull’esattezza della ricostruzione (vedi la sezione “Curiosità”), fa luce sul difficile periodo della transizione di fine Anni 80, quando la Corea del Sud passò da un regime ai primi singulti di democrazia. Ma riesce anche a far emergere molto degli stati d’animo dei protagonisti, coinvolgendo ed emozionando. La storia d’amore ha qualcosa di così innocente che incanta.

Voto: 80/100
Su: Disney Plus
Lingua: Doppiato in italiano
Durata: 16 episodi da 1h30’ circa
Anno: 2021
Casa di produzione: Jtbc (oggi SLL)
In: I più bei kdrama d’amore
Attori: Jung Hae-In (il ragazzo protagonista), Kim Ji-Soo (la studentessa protagonista: è un membro delle Blackpink, famosissima band femminile di Kpop), Jang Seung-Jo (l’agente sudcoreano), Yoo In-Na (la dottoressa), Kim Jung-Nan (la matrigna della protagonista), Jung Ae-Ri (la segretaria dell’alto ufficiale nordcoreano), Park Sung-Woong (il politico che cerca di fare carriera), Baek Ji-Won (la modista), Heo Jun-Ho (il padre della protagonista), Yoon Se-Ah (la direttrice del collegio), Kim Hye-Yoon (la segretaria del collegio), Song Geon-Hee (il fratello soldato della protagonista)

Che cosa significa il titolo Snowdrop? Snowdrop è una parola inglese, vuol dire bucaneve. È il nome del noto fiore che sboccia bucando il gelo.

Curiosità: Molti attori hanno recitato anche in un altro kdrama dove si parla molto di Corea del Nord, CRASH LANDING ON YOU: Kim Jung-Nan è una delle amiche nordcoreane di Yoon Se-Ri; Jung Ae-Ri interpreta la mamma del capitano Ri; Park Sung-Woong è il tassista che canta in macchina.

Snowdrop è stata oggetto di polemiche dalla ferocia inimmaginabile (per noi) riguardanti l’esattezza della ricostruzione storica.
In Corea, l’argomento della fedeltà storica dei kdrama è particolarmente sentito (le serie hanno anche la “mission” di valorizzare e far conoscere la storia del Paese), tanto più quando si tocca un periodo doloroso e ancora così vivo nella memoria di tanti. Nel 1987 era in carica quello che sarebbe stato l’ultimo di una serie di governi nati da colpi di Stato militari. Si andava verso la cosiddetta democraticizzazione della Corea del Sud. Ma quello che ancora accadeva, i soprusi, la repressione, era feroce.
Secondo la Yonhap News Agency (agenzia stampa coreana), i problemi per Snowdrop sono iniziati ancora prima della messa in onda, quando sono trapelate parte della trama e la descrizione dei protagonisti. L’accusa principale era che il kdrama denigrasse il valore del Movimento democratico dando invece un’immagine positiva dell’intelligence statale (accusata in realtà di abusi di potere a non finire, compresa la tortura e la persecuzione di dissidenti politici e attivisti dagli Anni 60 agli Anni 80). Di più: secondo i critici, Snowdrop avrebbe potuto indurre gli spettatori a credere che ci fossero le spie nordcoreane dietro le rivolte pro-democrazia, finendo con l’avallare la scusa usata dai governi autoritari del Sud per reprimere nel sangue ogni tentativo di protesta.
La produzione del kdrama ha cercato di minimizzare. Alla conferenza stampa di presentazione, il regista Jo Hyun -tak ha raccontato che sì, il progetto aveva preso spunto da una storia vera (la sceneggiatrice Yoo Hyun-mi si era ispirata a un libro di memorie di un disertore nordcoreano, fuggito da un campo di prigionia politico). Ma le vicende narrate, ad eccezione appunto della cornice storica, ovvero che nel 1987 il Paese fosse sotto un regime militare e che fosse imminente l’elezione di un presidente, erano tutte fittizie.
Tuttavia, le proteste, le petizioni per chiedere che il kdrama fosse cancellato, sono andate avanti. Tanto che alcuni investitori pubblicitari hanno preferito ritirare i loro prodotti e persino location della serie hanno chiesto di non essere citate nei credits. Snowdrop alla fine è stata trasmessa per intero, anche se sembra che la Jtbc ne abbia “accelerato” la messa in onda raggruppando più episodi alla volta, pur di chiudere al più presto l’intero capitolo.


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80/100 – Il kdrama “GOING TO YOU AT A SPEED OF 493KM”: la vita da mediani dello sport, tra fatica, sbagli, amore e perdono

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Trama: Una giovane sportiva, promessa del Badminton, torna a giocare dopo tre anni di assenza. Ma sul suo conto circolano voci inquietanti e i compagni di squadra la marginalizzano. Solo un collega non si lascia influenzare e cerca in tutti i modi di aiutarla a recuperare.
Il titolo internazionale del kdrama GOING TO YOU AT A SPEED OF 493km è Love All Play.

Recensione: Richiede uno sforzo fisico enorme prendere a racchettate per un’intera partita un volàno, una mezzasfera di plastica con coroncina di penne capace di raggiungere l’impressionante velocità di 493 km/h (un aereo viaggia a circa 800 all’ora, per dare una misura).
La carriera da professionista del Badminton (il nome internazionale di questa disciplina), faticosa, totalizzante, breve, sconosciuta ai più, fa da sfondo al kdrama. Cornice riuscitissima, appassionante di per sé.
Ma è bella anche la storia di GOING TO YOU, e a ogni visione se ne notano sfumature. C’è molto dentro. Si parla di giovani che vivono assieme e si impegnano e magari riescono a brillare. E poi di sbagli, colpe, rabbia, amore. Soprattutto, di perdono. Ad esempio, c’è un personaggio che continua a perdonare, nonostante gli altri nemmeno si accorgano di infliggergli delle ferite.
Ha un sorriso che allarga il cuore.

Voto: 80/100
Su: Disney Plus
Lingua: Doppiato in italiano
Durata: 16 episodi da 1h-1h10′ circa
Anno: 2022
Casa di produzione: Blitzway Studios
In: I più bei kdrama d’amore
Attori: Park Ju-Hyun (la professionista che torna a giocare dopo tre anni), Chae Jong-Hyeop (il collega che la conosce sin da bambina), Jo Han-Chul (l’allenatore), In Gyo-Jin, Jeon Bae-Su.

Curiosità:

Love All Play (il titolo internazionale di questo kdrama) è anche un anime (cartone animato giapponese) disponibile sulla piattaforma Crunchyroll.


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98/100 – Il kdrama “La creatura di GyeongSeong 1 e 2” tra mostri, sangue e cuore

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Trama: La prima stagione del kdrama La creatura di GyeongSeong è ambientata nella Corea del 1945, ancora occupata dal Giappone. Nei sotterranei di un ospedale prestigioso riservato ai notabili giapponesi, sono stati segretamente imprigionati centinaia di coreani rapiti per condurre raccapriccianti esperimenti umani. Il proprietario di un banco dei pegni, all’apparenza cinico e interessato solo ai soldi, si ritrova suo malgrado coinvolto nella faccenda.
La seconda stagione è ambientata ai giorni nostri: invece che in un ospedale, gli esperimenti umani vengono condotti in segreto da un’azienda biotech.

Recensione 1° stagione: È proprio bello questo kdrama. Serve un po’ di stomaco forte almeno per un paio di puntate, ma poi ci si abitua. E nel frattempo la storia ti cattura. L’atmosfera profuma di fiori di ciliegio, il protagonista è simpaticissimo (dopo Itaewon, un’altra toccante interpretazione di Park Seo-Jun), c’è suspence, emozione, romanticismo. E sono belli i dialoghi, quello che mettono a fuoco della violenza, delle persone… È affascinante persino il mostro. È strano avere un senso di nostalgia per una serie horror. Eppure, La creatura di GyeongSeong fa questo effetto. Quando finisce la prima stagione, l’idea che ce ne sia una seconda consola.

Recensione 2° stagione: Non so se quello che dice sull’amore sia vero. Ma l’idea di due persone innamorate che si ritrovano dopo tanto tempo, e nel frattempo la vita ha cercato di farle diventare mostri, eppure loro non hanno dimenticato, è bellissima.
Alla fine della prima stagione avevo dato alla serie 90. Ma ora passa a 98/100.
P.S. Potrebbe diventare una triologia.

Voto: 98/100
Su: Netflix
Lingua: Sottotitolato
Durata: Stagione 1: 10 episodi da 1h10’ circa / S2: 7 episodi da 40′-50′ circa
Anno: 2023
Casa di produzione: Story & Pictures Media (ex AStory), Kakao Entertainment, Studio Dragon
In: I preferiti – I più bei kdrama d’amoreI migliori su Netflix
Attori: Park Seo-Jun (il proprietario del banco dei pegni), Han So-Hee (la ragazza che lavora come segugio), Jo Han-Chul (il padre della ragazza, segugio anche lui), Kim Hae-Suk (l’impiegata del banco dei pegni), Wi Ha-Joon (il rivoluzionario, miglior amico del protagonista).
L’autrice: Kang Eun-Kyung.


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70/100 – Kdrama “Uncontrollably Fond”: ecco perché mezza Corea è pazza di Kim Woo-bin

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Trama: Nel kdrama Uncontrollably Fond, le strade di due ragazzi che si erano avvicinati ai tempi della scuola, tornano a incrociarsi. Lui è diventato una topstar amatissima di musica e tv, all’apparenza capriccioso e ostinato; lei una videoreporter che sembra priva di qualsiasi scrupolo. Ma la realtà è molto diversa.

Che cosa significa il titolo Uncontrollably Fond? Il titolo inglese Uncontrollably Fond (incontrollabilmente appassionati) richiama l’originale coreano, Hamburo aeteuthage, “incontrollabilmente affezionati”.

Recensione: È difficile recensire questo kdrama senza fare riferimento alla trama, senza spoiler insomma. Ci limitiamo a dire che, proprio nei movimenti iniziali, il protagonista riceve una notizia sconvolgente. Ed è un andare e venire tra la normalità e l’incredulità da una parte, e la traumatizzante verità dall’altra. Sarà l’attore, sarà la sceneggiatura, ma l’insieme ha qualcosa di poetico. Peccato che, procedendo, la storia si allarghi un po’ troppo agli effetti da telenovela: gli eroi devono affrontare traversie a raffica (non sempre essenziali per la trama), così come alcune scene grondano un po’ troppa emozione. Eppure, alla fine, la sensazione è di aver visto qualcosa di bello. Quello che muove i personaggi è molto realistico, e affiora con chiarezza, con sfumature e contraddizioni. Quello che poi fanno stupisce, arriva a essere toccante. E diventa anche evidente come mai mezza Corea si sia innamorata di Kim Woo-bin.

Voto: 70/100
Su: Rakuten Viki, Netflix in inglese
Lingua: Sottotitolato
Durata: 20 episodi da 1h circa
Anno: 2016
Casa di produzione: Samhwa Networks, SidusHQ
In: I più bei kdrama d’amore
Attori: Kim Woo-bin (l’attore. Nel kdrama Goblin, vengono citati due «Bin» come i più affascinanti della Corea: uno è Hyun Bin, il capitano Ri di CRASH LANDING ON YOU; l’altro è l’interprete di questo kdrama), Bae Suzy (la videoreporter), Jin Kyung (la mamma della topstar), Yu Oh-Seong (l’ex procuratore che entra in politica).
L’autore: Lee Kyoung-Hee

Curiosità: È in preparazione una nuova commedia romantica con Kim Woo-bin e Bae Suzy, Everything Will Come True, scritta dalla prolifica e talentuosa Kim Eun-Sook. Kim Woo-bin interpreta un genio della lampada che deve realizzare i desideri di Bae Suzy.


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68/100 – Kdrama “Pachinko – La moglie coreana 1”: molto rumore per nulla

Trama Stagione 1: Il kdrama Pachinko – La moglie coreana alterna due piani temporali. Nella Corea degli Anni 30, occupata dai giapponesi, la figlia di una modesta locandiera si innamora di un gangster e finisce col ritrovarsi in un guaio. Alla fine degli Anni 80 negli Stati Uniti, un ambizioso impiegato giapponese di un gruppo alberghiero si offre di tornare a Tokyo per convincere un’anziana signora a vendere la sua proprietà, in modo che il gruppo possa costruire un nuovo hotel.

Recensione Stagione 1: Pachinko, in origine, era un romanzo del 2017 scritto dalla giornalista Min Jin Lee: una saga familiare coreana che attraversa le epoche, best seller e in lizza per innumerevoli premi. Questo kdrama è la sua versione televisiva, realizzata in quattro anni, costata tantissimo e reclamizzata come un kolossal. Ma, alla fine della Stagione 1, viene da pensare che il risultato finale non sia stato all’altezza di tanto investimento. È come una collana di sole perle, senza il filo.
Cominciando dalle perle, si concentra su un frammento di storia interessante e toccante: il destino delle persone coreane che, durante l’occupazione giapponese, furono costrette ad andare a vivere in Giappone tra enormi difficoltà, dalla feroce discriminazione in giù (a questo proposito, la fine del kdrama è arricchita da un contributo extra molto bello). Tutte le ambientazioni sono curate e piene di atmosfera: rendono benissimo quanto, nell’arco della vita della protagonista, il mondo sia cambiato incredibilmente. Anche gli attori, a cominciare da quel Lee Min-ho che fece innamorare una generazione con Boys over Flowers e The Heirs, sono bravi, incisivi. Per tutti questi motivi, vedere Pachinko non si può dire che sia tempo sprecato.
Tuttavia, questa Stagione 1 lascia la bocca amara. I motivi sono diversi. A cominciare dalla sigla iniziale a dir poco surreale: spoglia di qualunque solennità storia e personaggi. La trovata dell’alternanza continua Anni 30-Anni 80 (il romanzo ha uno svolgimento lineare) è più che altro un fuoco d’artificio: rispetto alla trama, lascia insoddisfatti su entrambi i piani temporali, e delude soprattutto nell’epilogo. Infine, il motivo per cui la storia si intitola così (il pachinko è la sala giochi giapponese) si perde: non è affatto chiaro, soprattutto per una platea di spettatori internazionali.

Voto: 68/100
Su: Apple Tv
Lingua: Doppiato in italiano
Durata: St.1: 8 episodi da 45’-1h’ circa – St.2: 8 episodi da 47’-1h’ circa
Anno: 20222023
Casa di produzione: Media Res, Blue Marble Pictures
Attori: Kim Min-Ha (la protagonista che si innamora del gangster), Lee Min-Ho (il gangster), Jung Eun-Chae (la cognata della protagonista)

Curiosità: Il kdrama si prende molte libertà rispetto al romanzo, non solo perché ha introdotto l’alternanza dei piani temporali. La puntata dedicata all’infanzia del gangster, ad esempio, e tanti tratti della personalità di questo personaggio sono un’invenzione degli autori tv.


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72/100 – Nel kdrama “Big Mouth” un avvocato combina guai viene scambiato per un genio della truffa

Trama: Il protagonista del kdrama BIG MOUTH è un avvocato che fa grandi promesse ai clienti, ma non vince quasi mai (per questo è soprannominato «Big Mouth», bocca larga). All’improvviso, viene rinchiuso in galera: lo accusano di essere in realtà «Big Mouse», com’è soprannominato un famoso e misterioso truffatore internazionale, geniale e pericoloso. Con l’aiuto della moglie e del suocero, entrambi convinti della sua innocenza, l’avvocato si ritrova a dover combattere. Prima ancora che per ripristinare la propria reputazione, per uscirne vivo.

Recensione: Una brava persona che finisce invischiata con dei criminali, può cavarsela? La risposta si rincorre per tutte le 16 puntate di BIG MOUTH. E ci si diverte molto: le carte in tavola vengono rimescolate continuamente; i dubbi sorgono uno dopo l’altro; è simpatico l’avvocato protagonista (un bel ruolo per l’attore Lee Jong-Suk) e ancora di più la moglie. Qualche svolta della trama è prevedibile, e alcune scene ambientate nel carcere potrebbero turbare un po’. Ma BIG MOUTH resta un perfetto kdrama “succhia-neuroni”, tutto giallo e adreanalina: ottimo per non pensare a niente.

Voto: 72/100
Su: Disney Plus
Lingua: Doppiato in italiano
Durata: 16 episodi da 1h-1h15’ circa
Anno: 2022
Casa di produzione: AStory e Studio Dragon
Attori: Lee Jong-Suk (il protagonista), Lim Yoon-A (la moglie del protagonista), Kwak Dong-Yeon (giovane detenuto), Yang Hyung-Wook (il carcerato che legge i tarocchi), Kim Ju-Hun  (il sindaco), Jung Jae-Sung (il direttore del carcere), Jeon Kuk-Hwan (il fondatore del Forum), Yang Kyung-Won (l’ad del Forum), Hong Ji-Hee (la moglie del medico indagato)

Curiosità: I registi del kdrama BIG MOUTH sono Oh Choong-Hwan e Bae Hyun-Jin. Insieme hanno diretto Start-Up. Oh è anche il regista di Hotel Del Luna, While You Were Sleeping, My Love From the Star (il kdrama di esordio di Kim Soo-Hyun, su Rakuten Viki e Netflix in inglese); Bae ha girato la seconda stagione di Alchemy of Souls in coppia con Park Joon-Hwa.


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82/100 – Kdrama “The Heirs”: così nascono le stelle

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Trama: Nel kdrama The Heirs, il secondogenito di un magnate sudcoreano vive da anni negli Stati Uniti, assecondando il volere della famiglia. Ma per quanto la sua sia una vita da sogno, in una villa da nababbo affacciata sul mare, tra amici e pomeriggi sul surf, non riesce a dimenticare la sofferenza di essere stato, in sostanza, esiliato, condannato a vivere lontano da casa proprio da suo fratello maggiore, la persona che ama di più al mondo. Un incontro casuale innesca il cambiamento.
Su Netflix in inglese, il kdrama si intitola Inheritors.

Recensione: I sentimenti dei protagonisti vanno dritti al cuore di chi guarda questo kdrama. Soprattutto quelli dei due personaggi interpretati da Lee Min-Ho e Kim Woo-Bin. L’autrice Kim Eun-Sook (vedi la sezione Curiosità) è capace di fare intuire le ragioni dei loro comportamenti; e forse lei è la prima a sentire profondamente lo stato d’animo di questi ragazzi, perché ci sono espressioni, pennellate, accenti, che arrivano a commuovere. È raro questo genere di attenzioni e delicatezze nel trattare storie di adolescenti, soprattutto se privilegiati, volando alto sugli accattivanti frullati di feste alcoliche, trame da soap e vestiti da un milione di dollari stile Gossip Girl.
Non tutti i personaggi di The Heirs sono tratteggiati con la stessa cura. Ma nessuno è abbozzato in modo banale, restano tutti impressi: non a caso il kdrama ha lanciato tanti attori che poi sono diventati famosi. Anche la trama non delude, appassionante e comunque lieta. Oltretutto, sarà perché la Corea del Sud è tecnologicamente avanzata rispetta a noi, e nel 2013 sguazzava già tra social e smartphone, ma il fatto che questa serie sia stato girata dieci anni fa quasi non si avverte.

Voto: 82/100
Su: Rakuten Viki, Netflix in inglese
Lingua: Sottotitolato
Durata: 20 episodi da 1h circa
Anno: 2013
Casa di produzione: Hwa&Dam Pictures, sussidiaria dello Studio Dragon.
In: I più bei kdrama d’amore
Attori: Lee Min-Ho (il protagonista, il rampollo esiliato in America), Park Shin-Hye (la protagonista, la figlia della domestica), Kim Woo-Bin (l’ex migliore amico del protagonista), Kang Ha-Neul (il responsabile della radio del liceo), Kim Ji-Won (la fidanzata ufficiale del protagonista), Park Hyung-Sik (l’appassionato di fotografia), Kang Min-Hyuk (il migliore amico della protagonista), Jeon Soo-Jin (una delle studentesse).
Autrice: Kim Eun-Sook


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100/100 – Il kdrama “It’s Okay to Not Be Okay” e quella scrittrice di fiabe coraggiosa e onesta come nessuno

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Trama: Nel kdrama It’s Okay to Not Be Okay c’è un’autrice di fiabe geniali, che sembra lei stessa una principessa, per quanto è bella. Ma ha un carattere, e un modo di fare e di parlare così selvatici, quasi feroci, da sembrare folle. E poi ci sono due fratelli che vivono assieme, abituati a prendersi cura l’uno dell’altro fin da bambini. Il minore fa l’operatore sanitario, ha occhi luminosi ma uno sguardo sempre venato di tristezza, persino quando sorride. Il maggiore ha un disturbo dello spettro autistico e un talento per la pittura sorprendente. I loro destini si intrecciano ad alcuni fatti misteriosi che accadono nell’ospedale psichiatrico del paesino dove un tempo vivevano con i rispettivi genitori, sulla riva del mare.

Recensione: Ogni episodio di It’s Okay to Not Be Okay ha il titolo di una fiaba celebre, o di una delle cinque scritte dalla protagonista. Forse l’idea è quella di mostrare l’essenza delle fiabe, che sono tutto fuorché rassicuranti.
In effetti, alcuni passaggi di questo kdrama possono inquietare.
E ci sono personaggi che ne hanno passate davvero tante ma che, come se non bastasse, devono metterci ancora più coraggio e più forza di tutti gli altri per riuscire ad avere un piccolo assaggio di felicità.
Eppure, anche se suona un po’ paradossale, It’s Okay si può vedere e rivedere perché ci sono cose che consolano profondamente. Ad esempio, come i due fratelli si comportino l’uno con l’altro. O il modo di fare del direttore dell’ospedale psichiatrico o della cuoca. O la scrittrice di fiabe, un personaggio ancorato alla realtà ma coraggioso, schietto, eroico.
E poi le fiabe originali del kdrama sono efficacissime, alcune canzoni della colonna sono poesia pura… In sintesi, It’s Okay to Not Be Okay è uno dei kdrama per i quali essere più grati.

Voto: 100/100
Su: Netflix
Lingua: Sottotitolato
Durata: 16 episodi da circa 1h15’\1h20′
Anno: 2020
Casa di produzione: Studio Dragon
In: I preferiti – I più bei kdrama d’amoreI migliori su Netflix
Attori: Seo Yea-Ji (l’autrice di fiabe protagonista), Kim Soo-hyun (l’operatore sanitario), Oh Jung-se (il fratello artista), Kim Mi-Kyung (la cuoca), Kim Ju-hun (l’editore di fiabe), Kim Chang Wan (il direttore dell’ospedale), Lee Yoo-Mi (l’infermiera amica dell’operatore sanitario), Jang Young-Nam (la capo infermiera), Park Jin-joo (la squinternata direttrice artistica della casa editrice), Kim Ki-Cheon (l’anziano ricoverato che gioca a scacchi col direttore).
Autore: Jo Yong 

La canzone: Una delle cose più belle del kdrama It’s Okay to Not Be Okay, è la canzone Halleluja! di Kim Feel, interprete anche di alcuni brani della colonna sonora di Itaewon Class (un gioiello da ascoltare). Halleluja! combina musica e testo come una magia. Eccola, con la traduzione in inglese.

Le fiabe di Ko Mun-Yeong: Nel kdrama, le fiabe scritte da Ko Mun-yeong sono cinque. Sono disponibili sulla pagina Instagram, laformicamitomane.

Citazioni: «Scrivere fiabe è l’unico modo che Ko Mun-Yeong ha di comunicare con il mondo. È il solo modo per parlare e per respirare. Smettere di scrivere per lei significa morire».

«Una fiaba è una fantasia crudele che rappresenta la brutalità e la violenza del mondo in modo paradossale».

«Una fiaba non è un allucinogeno che regala sogni e speranze. È uno stimolante per affrontare la realtà. Vi invito a leggere moltissime fiabe per svegliarvi dai vostri sogni. Non guardate le stelle nel cielo notturno, ma i vostri piedi bloccati in una lurida fogna. Quando lo capirete e accetterete la realtà, everybody be happy».


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